Vissandone

vissandoneParrocchia San Michele Arcangelo
Piazza Umberto I, 23 33031 Vissandone

– Parrocchia di S. Michele Arcangelo, costituita nel XIII secolo
da smembramento della Pieve
di Variano –

La chiesa di San Michele arcangelo di Vissandone
Delle vicende storiche di questa chiesa, della gente che l’ha resa viva, curata e amata, così come della storia dell’intero abitato di Vissandone è preziosa memoria l’archivio parrocchiale che, seppur investito da un rovinoso incendio prima del 1609 (secondo quanto riportato dal notaio Giambattista Bernardinis in un documento del 1768), rimaneggiato, smembrato e ricomposto più volte nel corso dei secoli, nasconde tra le pieghe delle sue carte diversi aneddoti, ricordi e an-notazioni utili a ricostruire, almeno in parte, l’evolversi della fabbrica della veneranda chiesa di San Michele arcangelo di Vissandone, di cui ben poco si conoscerebbe altrimenti vista l’esiguità delle pubblicazioni al riguardo. Il paese di Vissandone, nel comune di Basiliano, già in epoca medievale lo si trova citato come Vico Sandone, ossia “villaggio/podere di Sandone”. Completamente destituita di validità è l’ipotesi, avanzata da alcuni studiosi, che la parola “Sandone” si riferisca all’imbarcazione caratteristica della zona lagunare veneta, a fondo piatto e atta al trasporto di granaglie e altri prodotti, e va piuttosto accettata la teoria secondo cui quella parola indica in realtà un nome germanico, forse longo-bardo, di qualche tenutario di quelle terre. Dal XIII al XX secolo il nome del paese ha subito una serie di variazioni fino ad arrivare alla forma odierna: Vissandon (1268), Visandono (1275), Vigosondone (1290), Visan- dono (1300), Wisandono (1321), nuovamente Visandono (1375-1499), Vissandon (1548-1635), Visandone (1765-1766), una variazione linguistica nel 1805 con Vizandon e, dal 1850 in poi, Vissandone. Anche l’erudito padre Paolo Canciani nel 1785 menziona il paese come “Vissandonum” o “Vissandon” e aggiunge che il nome antico di “Vicosendonum” faceva riferimento al “collis congregationis auguris” (Canciani 1785, p. 88), ossia al colle in cui si riuniva la congregazione degli àuguri, i sacerdoti che nell’antica Roma erano incaricati di interpretare la volontà divina da segni quali i fenomeni celesti e il volo degli uccelli.

vissandone statuaVissandone nel 1375 faceva parte, insieme a Basiliano, Basagliapenta, Blessano, Villaorba, Nespoledo e Villacaccia, della Pieve di Variano, per poi essere scisso da questa e diventare Curazia (1593-1613) con soggette le chiese di Blessano e Villaorba, sue filiali già dal 1448. In seguito il rapporto di dipendenza dalla Pieve si mantenne, pur notevolmente affievolito e limitato ad alcune precise occasioni del calendario liturgico, ma fu comunque sin dall’inizio mal sopportato dal Rettore di Vissandone, tanto che lo scambio tra i celebranti per le funzioni religiose risultava più un gravoso vincolo che un gesto di cortesia. Delle diverse lamentele scaturite da questo difficile rapporto sono testimoni i documenti conservati presso l’archivio parrocchiale, che rilevano, ad esempio, che né il patriarca Giovanni Delfino nel 1682 né il di lui nipote Dionisio nel 1706 furono disposti a scendere a compromessi in merito all’obbligo del parroco di Vissandone di recarsi alla Pieve o alla chiesetta di San Leonardo, sempre a Variano, in occasione di certe festività religiose, rifiutando le richieste di scissione e multando anche il prelato “sovversivo”. La controversia proseguì fino al 1803 quando tra il curato di Vissandone e quello di Variano fu stipulato un accordo che accontentava entrambi esonerandoli dall’ufficiatura delle celebrazioni oggetto della diatriba. Per Vissandone restavano a quel punto piccole dipendenze e formalità, come la benedizione dei chiesa durante i lavori ceri, la consegna degli oli santi e l’obbligo nel sabato di ristrutturazione. Nel 1809, Vissandone fu considerato libero da ogni dipendenza da Variano. La chiesa Non si conoscono particolari in merito all’epoca di erezione della primitiva chiesa, che si presume possa essere avvenuta intorno al VII secolo, come non sono certe le nozioni circa l’originaria struttura architettonica. Riguardo a questo aspetto è possibile avanzare solo delle ipotesi, che trovano parziale supporto nelle indagini fatte durante gli ultimi lavori di restauro strutturale dell’edificio e nei ritrovamenti archeologici, anche di epoca romana, nelle immediate vicinanze. Un fattore apparentemente singolare è che la chiesa è situata in posizione decentrata rispetto all’attuale col- locazione spaziale del paese, con l’altare ora orientato a ponente. In origine, tuttavia, essa era perfettamente inserita all’interno dell’antico nucleo abitativo, come suggeriscono i rinvenimenti archeologici nei terreni sul versante ovest del paese, segno che l’ingresso del primitivo edificio era all’opposto dell’attuale, con l’altare rivolto, come d’uso, verso oriente. Tracce di un’antica ara pagana sono state inoltre trovate al di sotto dell’altare. Alle spalle della chiesa sono tutt’oggi visibili i resti murari della cortina medievale, la quale segnava il confine di rispetto tra l’abitato e la zona era costituita dall’edificio cultuale e, successivamente, dal cimitero che lo circondava. Queste fortificazioni rimasero attive nel loro compito fino alla metà del XVIII secolo, quando il Comune concesse alle famiglie limitrofe alla zona della chiesa la facoltà di demolire il terrapieno ampliando così la possibilità di costruire in quei terreni, il tutto regolato da un affitto perpetuo e dalla condizione di divieto di erezione di edifici che disturbassero in qualche modo la vista della chiesa. (Testi tratti da: D. Nobile, “La Chiesa di San Michele arcangelo di Vissandone”, Agraf 2012.)