RIFLESSIONE DEL PARROCO

Interiorità in crisi (11)
Si parla tan­to oggi di autenticità e se ne fa il criterio di riuscita o me­no della vita. Ma dov’è, per il cristiano, l’autenticità? L’interiorità è la via ad una vita autentica. Quand’è che un giovane è veramente sé stesso? Solo quando accoglie come misura, Dio. «Un mandriano il quale, se questo fosse possibile, è un io di fronte alle vac­che, è un io molto basso; un sovrano che è un io di fron­te ai suoi servi, lo stesso. Nessuno dei due è un io; in am­bedue i casi manca la misura… Ma che realtà infinita acquista l’io, acquistando coscienza di esistere davanti a Dio, diventando un io umano, la cui misura è Dio!» (S. Kierkegaard, La malattia Morale). «Si parla tanto ‑ scrive il filosofo ‑ di vite sprecate. Ma sprecata è soltanto la vita di quell’uomo che mai si rese conto, nel senso più profondo, che esiste un Dio e che egli, pro­prio egli, il suo io, sta davanti a questo Dio». Chi non è davanti a Dio è veramen­te nella solitudine! Alla luce di queste parole di S. Kierkegaard è importante che i giovani, non si accontentino di essere solo dei «mandria­ni», ma aspirino a diventare «un io che esiste davanti a Dio!».
Il Vangelo ci narra la storia di un giovane «mandria­no» che un giorno ebbe il coraggio di cambiare. Era fug­gito dalla casa paterna e aveva dissipato i suoi beni e là «rientrò in se stesso». Passò in rassegna la sua vita, prepa­rò le parole da dire e si mise in cammino verso la casa paterna (cf Lc 15, 17). La sua conversione si attuò in questo momento, prima di muoversi, mentre era solo in mezzo a una mandria di porci. Si attuò nel momento in cui «rientrò in se stesso». La conversione esterna fu preceduta da quella interiore e ricevet­te da questa il suo valore. Quanta fecondità in quel «rientrare in sé stesso!». Non so se sant’Agostino avesse in mente queste parole del Vangelo, quando lanciava l’invito: «Rientra in te stesso!», ma certo il figliol prodi­go aveva messo in pratica quel grido, prima che il santo lo teorizzasse.   dD

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